Forme di disagio negli adolescenti
Di seguito alcuni dei problemi che possono essere causa di disagio in adolescenza.
Ansia scolastica
La paura o l’ansia di andare a scuola sono temi molto frequenti per gli adolescenti che iniziano un percorso di psicoterapia. L’ansia può presentarsi in forma lieve fino a diventare una vera e propria fobia scolare, con successivo evitamento o ritiro scolastico.
Nel corso di tutta la nostra vita, ma in particolar modo in adolescenza, abbiamo il bisogno di sentirci accettati e adeguati. Le richieste scolastiche invece possono portare a sperimentare il timore dell’insuccesso, la paura dei giudizi negativi, del fallimento, di deludere la propria famiglia e di perdere il loro affetto e stima.
Le manifestazioni somatiche che accompagnano la paura della scuola sono:
- Mal di testa
- Mal di stomaco, di pancia o dolori legati alla tensione muscolare, vomito
- Insonnia o interruzioni continue del sonno
- Incubi
- Stanchezza
- Pianto, sensazione di mente confusa
- Panico prima di andare a scuola
In accompagnamento a:
- Preoccupazione costante per verifiche e compiti
- Tempi eccessivamente lunghi per lo svolgimento dei compiti
- Ricercare la perfezione nella prestazione
- Continue richieste di rassicurazione e approvazione
- Irritabilità
- Scarsa fiducia nelle proprie capacità
- Eccessiva critica verso di sé
- Difficoltà nel parlare davanti ai compagni in classe
- Perdita di interesse per materie prima apprezzate
- Calo nel rendimento scolastico
Depressione
La depressione è un disturbo dell’umore caratterizzato dalla presenza costante di sentimenti di abbattimento, mancanza di piacere e di speranza.
Negli adolescenti l’individuazione della depressione può essere più complessa, poiché di solito non si manifesta il quadro completo dei sintomi della depressione come nella persona adulta e perché l’adolescenza è di per sé caratterizzata da cambiamenti di umore, emozioni di colpa, vergogna, irritabilità, sensazioni di vuoto, noia, pensieri critici nei propri confronti.
Siccome comportamenti di questo tipo sono piuttosto frequenti in adolescenza, può essere complicato individuare la presenza di uno stato depressivo che ha invece caratteristiche di stabilità.
Ecco quindi i campanelli di allarme a cui prestare particolare attenzione:
- Uno stato emotivo persistente e continuativo di mancanza di piacere e interesse nello svolgimento di attività prima piacevoli
- Una condizione emotiva persistente e continuativa di tristezza, pessimismo e disperazione
- Sensazioni di impotenza, di non riuscire a investire nel futuro, disinteresse nella progettazione e raggiungimento di obiettivi
- Comportamenti di attacco verso se stessi o verso gli altri, come discontrollo della rabbia, gesti di autolesionismo, assunzione di alcol o droghe, pensieri o agiti suicidari
- Stanchezza e affaticamento fisico costante
- Rallentamento nei movimenti, nei pensieri, nella parola, nella percezione del tempo
- Disturbi psicosomatici, come mal di testa o sintomi gastrointestinali
- Alterazioni o disturbi dell’alimentazione: mancanza o aumento dell’appetito, restrizione nell’assunzione di cibo, eccessiva attività fisica, comportamenti di controllo eccessivo sulle calorie, abbuffate
- Insonnia, difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni frequenti
Cosa fare se avete il dubbio che vostro figlio adolescente sia depresso?
Naturalmente è fondamentale dedicare tempo e spazio per ascoltare i suoi pensieri e vissuti. Se notate segnali di sofferenza, chiedete tempestivamente una consulenza per voi come genitori e per vostro figlio.
Bullismo
Il tema delle relazioni sociali in adolescenza è cruciale, in questo periodo l’investimento sulla rete amicale è enorme, mentre gradualmente la famiglia assume un ruolo più marginale.
Per questo motivo è fondamentale vivere con i pari un’esperienza di rispetto, confronto reciproco e condivisione e poter sviluppare la percezione di essere all’altezza degli altri e di appartenenza al gruppo dei coetanei.
Subire atti di bullismo è considerata un’esperienza relazionale traumatica, che può intaccare profondamente il senso di sé, del proprio valore e la fiducia nei confronti dell’esterno.
Ma anche il bullo stesso, che agisce comportamenti aggressivi fisici, verbali, psicologici per offendere o danneggiare l’altro è da considerare come a sua volta vittima: chi infatti manca di empatia nei confronti degli altri spesso a sua volta ha subito in famiglia o altrove esperienze traumatiche di sopraffazione e critica ed è quindi stato un bambino bullizzato a sua volta.
Cosa fare quindi se vostro figlio è vittima di bullismo? Per superare il bullismo e rielaborare i vissuti emotivi correlati può essere importante che i genitori, oltre all’ascolto, al sostegno emotivo e alle azioni concrete di protezione, chiedano aiuto e si facciano orientare in una consulenza genitoriale o chiedano un percorso di sostegno psicologico per il figlio bullizzato.