Ansia, attacchi di panico, ansia generalizzata sono temi di lavoro molto frequenti in psicoterapia.

L’ansia è fonte di grande sofferenza per le persone e limita le loro vite. Chi si rivolge a me spesso ha aspettato mesi o addirittura anni, prima di chiedere aiuto. Nel frattempo ha tentato di gestire l'ansia da solo, sperando di stare prima o poi meglio.

I modi in cui si manifesta l’ansia possono essere diversi: da quella lieve che si presenta come un sottofondo costante nella quotidianità, a quella grave e invalidante che impedisce la normale gestione della propria vita.

Se si inizia un percorso di psicoterapia quando i sintomi dell’ansia sono di lieve entità, è più facile ritornare rapidamente a stare bene. Se invece sono trascurati, possono ingigantirsi e diventare più complessi da risolvere.

Cos’è il disturbo d’ansia generalizzato e quali sono i sintomi

Il disturbo d’ansia generalizzato è una sindrome caratterizzata da uno stato di allerta cronica che coinvolge la maggior parte delle comuni attività svolte dalla persona. Chi soffre di questo disturbo prevede regolarmente un disastro e tende a preoccuparsi eccessivamente per qualsiasi cosa, in assenza di reali motivazioni che giustifichino l’intensità dell’attivazione. Spesso la persona stessa riconosce la preoccupazione come eccessiva e inappropriata, ma non riesce a placarla e a gestirla.

I sintomi di un disturbo d’ansia generalizzato possono comprendere:

  • irrequietezza o sensazione di pericolo;
  • affaticamento;
  • difficoltà di concentrazione o vuoti di memoria;
  • irritabilità;
  • tensione muscolare;
  • disturbi del sonno.

Le persone con questo disturbo fanno quindi fatica a rilassarsi, possono avere difficoltà ad addormentarsi o a svegliarsi riposati, possono sentirsi nervose o essere oppresse da sintomi fisici come frequenti mal di testa, nausea, diarrea o sindrome del colon irritabile, vertigini, sensazioni di sbandamento, vampate di calore, nodo alla gola, sensazioni di soffocamento, palpitazioni.

I sintomi dell’ansia possono essere avere un’intensità che, per quanto spiacevole, non impedisce il normale svolgimento delle attività. Talvolta, invece, possono avere una portata tale da rovinare la vita della persona, riducendo o eliminando la possibilità di fare esperienze e di potersi muovere liberamente nel mondo.

Differenza tra attacco di panico e attacco d’ansia

Nel linguaggio comune, il termine “attacco di ansia” viene utilizzato per descrivere una sensazione di forte disagio e preoccupazione per un evento che sta per accadere o sensazioni di terrore e paura che non soddisfano però i criteri diagnostici per un attacco di panico.

La prima differenza tra attacco di panico e attacco d’ansia è l’intensità del malessere: nell’attacco di panico i sintomi sono estremamente intensi e intrusivi, le persona può addirittura credere di avere un infarto o di stare per morire; nell’attacco d’ansia sono in genere meno forti ma tendono a perdurare nel tempo.

La seconda differenza tra attacco di panico e attacco di ansia è che l’attacco di panico compare improvvisamente, senza un apparente correlazione con quanto sta accadendo in quel momento. L’ansia è spesso riconducibile ad attivatori specifici, invece, a qualcosa che viene percepito in modo soggettivo dalla persona come una minaccia o un pericolo.

La terza differenza tra attacco di panico e attacco di ansia è che i sintomi di un attacco di panico raggiungono l’apice in pochi minuti e sono estremamente intensi, per poi scemare di solito entro i dieci minuti; nell’ansia invece tendono a persistere nel tempo con minore intensità.

Riconoscere un attacco di panico

Un attacco di panico è caratterizzato dalla comparsa improvvisa di un’intensa paura e disagio che raggiunge il picco in pochi minuti, periodo durante il quale si verificano almeno quattro dei seguenti sintomi fisici o cognitivi:

  • palpitazioni o tachicardia;
  • sudorazione eccessiva;
  • tremori o scosse;
  • dispnea o sensazione di soffocamento;
  • dolore o fastidio al petto;
  • nausea o dolori addominali;
  • sensazioni di respiro corto;
  • difficoltà a respirare;
  • sensazione di vertigine o svenimento;
  • brividi o vampate di calore;
  • sensazioni di torpore o formicolio;
  • sentimenti di irrealtà (derealizzazione) o di distaccarsi da sé (depersonalizzazione);
  • paura di perdere il controllo;
  • paura di impazzire;
  • paura di morire.

I sintomi dell’attacco di panico raggiungono il picco entro 10 minuti e poi si attenuano. Alcuni attacchi, tuttavia, possono essere più lunghi o verificarsi uno di seguito all’altro, per cui diventa difficile capire quando termina uno e inizia l’altro; infine, lasciano sensazioni di disagio, preoccupazione e stanchezza anche dopo ore.

Gli attacchi di panico di solito si verificano all’improvviso, senza un innesco chiaro, altre volte possono essere riconducibili ad un fattore di stress presente in quel momento.

Si può guarire dall’ansia e dagli attacchi di panico?

Naturalmente . Si guarisce dall’ansia, ma è fondamentale chiedere aiuto tempestivamente.

Ansia e panico sono dei segnali che ci vogliono comunicare che dobbiamo rivedere qualche aspetto della nostra vita. L’ansia e il panico possono comparire per motivi diversi: una persona può sperimentarli perché non si sente adeguata nell’affrontare una difficoltà della sua vita, un’altra perché si sta sforzando di essere/fare qualcosa che non è o non vorrebbe, un’altra ancora perché non ha elaborato un dolore o un lutto e così via.

Anche dal disturbo di ansia generalizzato si guarisce, anche se si può avere l’impressione che l’ansia sia talmente pervasiva e cronica da non nutrire alcuna speranza di poter stare meglio.

Si guarisce dall’ansia anche senza farmaci, quando i sintomi sono leggeri. Se i sintomi sono gravi ed estremamente invalidanti, si lavora in sinergia con uno psichiatra, progettando un intervento integrato.

Chi cura ansia e attacchi di panico sono quindi lo psicoterapeuta e lo psichiatra, a volte in sinergia tra loro. In generale, meglio un lavoro non solo orientato all’eliminazione dal sintomo, ma alla sua comprensione e successiva gestione, come avviene in un percorso di psicoterapia.